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2013 | ||
Dora Doncheva, "Bar Code", il testo critico, catalogo | ||
Normalmente il codice a barre è un insieme di elementi grafici a contrasto, leggibili da un sensore a scansione, che si riferiscono a determinati dati che rimandano ad un prodotto specifico. Nel lavoro ... leggi ancora>> | ||
2012 | ||
Francesca Piersanti, Ledro Land Art progetto, "Cow Show", il testo critico | ||
Il lavoro di Paolo Vivian è una considerazione sulle forme della natura e le loro corrispondenze materiali e figurative. In una radura in cui pascolano ... | ||
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2011 | ||
Mario Cossali, "Memoria & Materia", il testo critico, brochure | ||
Paolo Vivian si muove compiaciuto tra legno, pietra e vari cromatismi, inventa forme che hanno della memoria il carico più vitale, non quello doloroso o nostalgico. Vogliono certo, totemicamente, conservare tracce, ma ... | ||
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2010 | ||
Fiorenzo Degasperi, "Mitologia del legno", il testo critico, la monografia | ||
Il lavoro dell`artista è fatto, prevalentemente di riduzione. Togliere dalla materia, modificarla in modo che si arrivi ad un`essenzialità spuria in sintonia con la propria idea. Senza niente togliere alla concettualità che vuole imprimere al legno ... leggi ancora>> | ||
2009 | ||
Paolo Zammatteo, "Fra Spirito e Memoria", la presentazione, la mostra personale | ||
Il progetto di Paolo Vivian "Fra Spirito e Memoria" riunisce momenti diversi dell'attività creativa di due anni. L'intreccio, i titoli delle opere, gli elementi di richiamo reciproco suggeriscono ... leggi ancora>> | ||
Renzo Francescotti, dal libro "Bottega d`artista" | ||
Paolo Vivian ha cominciato lavorando il legno trovato,i legno polihromi, pasando poi ad altri materiali (lavorati da soli o assieme) come il ferro, il marmo, le pietre, e ... | ||
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2008 | ||
Dora Doncheva, "Memorie dello spirito", testo critico, brochure | ||
Archeologia della memoria, personale e collettiva. Anteprima del deposito di esperienza umana, il dialogo tra lo storico, religioso e di coscienza personale, libero dalle limitazioni della materia attraverso ricerche dello spirito .... leggi ancora>> | ||
Giorgio Fogazzi, Sensazioni e colori, presentazione | ||
Mi piace pensare che l’eroismo consista nel coraggio consapevole di spendere e apprezzare la vita nei modi in cui ci viene donata, per esserne dei protagonisti e non semplici spettatori, indifferenti o critici, o semplici fruitori di una neutrale sussistenza .... leggi ancora>> | ||
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Marco Tomasini, “Morfologia della memoria”, testo critico, catalogo, | ||
Con Paolo Vivian, la scultura si crea e vive all’insegna della semplicita e dell’interazione. Legno, pietra, con l’ausilio di cromatismi, ci parlano di presenze strane ora umane, ora animali, comunque sempre esseri pulsanti di vita..... leggi ancora>> | ||
2006 | ||
Dr. Pierino Anesin,. “Vivian – animal”, presentazione,mostra personale |
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“Anima, Amore e Animali giungono alla mia psiche insieme, indistinguibili, un nodo che lega anima e bestia, desiderio e divinita, anima e animale ” C.G.Jung Nello splendore dei colori autunnali che preludono al letargo invernale, Paolo Vivian ritorna a sollecitare i cittadini della sua Pergine con “ animal ” ... leggi ancora>> | ||
2005 | ||
Dr. Maurizio Scudiero, “Spiritualita e modernita del primitivismo di Paolo Vivian”, brochure, testo critico, |
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Da qualche anno ormai, il lavoro di Paolo Vivian, artista che ha iniziato la sua carriera come pittore ma che ora e, di fatto, soprattutto scultore, si svolge nel riferimento di alcune coordinate precise...... leggi ancora>> | ||
2004 | ||
Dr. Graziella Anesin, “L’Arte di Paolo Vivian”, presentazione, |
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Emerge nell’eterogenea ormai copiosa produzione artistica di Vivian un tratto silenzioso,che proprio dal silenzio trae la sua preponderanza.... leggi ancora>> | ||
1999 | ||
Dr. Michele Pizzini, “Il Totem di Paolo Vivian“, presentazione, |
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Tutto sommato pero le sue opere rimangono a mezza strada fra pittura e scultura.Da una parte la sensibilita coloristica,dall’altra la perizia nell’esprimersi con i materiali lignei e misti..... leggi ancora>> |
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Morfologia della memoria Con Paolo Vivian, la scultura si crea e vive all’insegna della semplicita e dell’interazione. Legno, pietra, con l’ausilio di cromatismi, ci parlano di presenze strane ora umane, ora animali, comunque sempre esseri pulsanti di vita. Presenze immolate a un compito esemplare: testimoni di memoria. Perche cio che sta al loro interno diviene certezza di esistenza nell’incessante trasformazione della vita. Gia Eraclito lo aveva detto che tutto cambia continuamente e ogni cosa si trasforma in un’altra. Il “panta rhei”, il tutto che scorre e che e un continuo divenire. E se la vita e in perenne trasformazione, tutto cio che e accaduto nel passato e quindi a continuo rischio di scomparsa perche, soprattutto nella nostra contemporaneita, gli eventi si susseguono incessantemente e nessuno ha il tempo di lasciare delle tracce. Tutto, le nostre origini, il senso della vita parrebbe scomparire nell’oblio. Ma c’e un filo rosso che lega tutto e che si chiama memoria collettiva, perche non e solo memoria del singolo, ma appartiene a tutti. E noi, appartenenti a un determinato gruppo sociale, tra tantissimi altri gruppi, portiamo appresso le tracce del nostro passato, pronti a trasmetterle alle generazioni successive in relazione alla nostra storia e alle nostre tradizioni. Cosciente che e fondamentale restare aggrappati a quel filo rosso che velocemente si srotola all’infinito, Paolo Vivian realizza dei totem che ci permettono di interagire con quell’infinito che andrebbe avanti anche senza di noi. Le sue sculture hanno quindi una tendenza alla verticalita, un andamento vettoriale che e un collegamento, dal sapore ancestrale, tra terra e cielo, come un passare dal solido allo spirituale. E se Eraclito diceva che tutto tende a trasformarsi nel suo contrario, e che alla base di ogni cosa vige il contrasto e la lotta tra gli opposti, ecco quindi l’eterna dialettica cui l’uomo sottosta, dove dai contrasti emerge un’unita di fondo, un flusso che diviene energetico grazie alla presenza di elementi che denotano la memoria collettiva, come i nostri stati d’animo e la nostra intelligenza. Questi elementi, nei lavori plastici di Vivian si presentano sotto forma di tasselli che si incastonano nella struttura primaria della scultura. Piccoli ma fondamentali frammenti colorati, perche differenti sono i nostri stati d’animo e che rendono vive le sue sculture, annullando in tal modo la staticita delle stesse. Questi parallelepipedi come materializzazioni della memoria collettiva li abbiamo trovati in tante sculture dell’artista, conficcati nelle vene del legno, nei suoi anfratti. Da qualche tempo Paolo Vivian si e focalizzato su queste semplici ed incisive strutture primarie, isolandole dai contesti scultorei nei quali si permeavano, dando loro completa autonomia. Perfetti ed astratti nella loro realizzazione, i cubi colorati si impossessano dell’ambiente anche quello piu anonimo come puo essere il muro esterno di un’abitazione, influenzandolo e arricchendolo. Ultimamente, questi cubi colorati, in un raffreddamento stilistico progressivo e sempre piu volto a un' essenzialita minimalista, si sono aperti, tanto da diventare dei contenitori le cui pareti interne specchianti ci parlano d’ intimita, segreti ed emozioni, memorie che questi serbatoi raccolgono e che ogni spettatore puo riempire con il proprio intimo vissuto. Marco Tomasini |
“L’Arte di Paolo Vivian” Emerge nell’eterogenea ormai copiosa produzione artistica di Vivian un tratto silenzioso,che proprio dal silenzio trae la sua preponderanza. Viene discretamente e solidamente a imporsi nel paesaggio variegato delle opera che sempre in Vivian possiedono la forza della passione vitale,talvolta dell’eccesso che cerca di colpire l’osservatore per trarne dialettica, interlocuzione. E un element di silenzio che si e fatto spazio dentro uno stile esplicito che vuole elicitare l’interrogazione sul mondo, e dove talvolta il discorso si fa ironico o provocatorio, anche attraverso la nominazione di certe opere che acquistano il peso di presenze pensanti che si oppongono al precario quieto vivere. Da questa domanda urgente che coglie gli epifenomeni dell’esistente, non cercata emerge una piu ancestral domanda, silenziosa, che in se e gia risposta, condensata nella serie “Memorie”. E qui che si verificano le incursioni introvertite dell’artista nella profondita del senso dell’esistere, mai cupe, quanto piuttosto innocenti. Si legge nei parallelepipedi agglomerate incastonati in superfici vaste e sobrie il tentativo di fermare i nodi essenziali della vita, le significanze individuali, le memorie.Trame emergenti nel flusso vitale, biografie interiori. E un’indagine del profondo che perviene a un senso dell’umano permeate da una religiosita laica e piana, dove il personale si identifica con il collettivo attraverso memorie archetipe. Dr. Graziella Anesin |
“Il Totem di Paolo Vivian“ Michele Pizzini
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“Spiritualita e modernita del primitivismo di Paolo Vivian” Da qualche anno ormai, il lavoro di Paolo Vivian, artista che ha iniziato la sua carriera come pittore ma che ora e, di fatto, soprattutto scultore, si svolge nel riferimento di alcune coordinate precise. Tali riferimenti, che sono, di fatto, allusioni esplicite al lavoro di grandi artisti del passato, come Brancusi, oppure piu recenti, come Adolf Vallazza, non vanno pero fraintesi, nei termini cioe di una pedissequa imitatio, o nella riproposizione di moduli ormai storicizzati, e percio desueti, quanto piuttosto sulla falsariga di quel meccanismo della “citazione” che, nell’arte contemporanea, ha la precisa funzione di una vera e propria “attualizzazione” di un’idea, cioe di una prassi che fa in modo che quell’idea divenga propriamente un“linguaggio”.In altri termini e la scelta di origine di un media,o di una tecnica, o di una declinazione semantica, che ne determina poi la sua estensione temporale alla ricerca di riferimenti nel passato che ne giustificano una rilettura nell’ambito della contemporaneita. Nel caso di Paolo Vivian, il concetto di fondo e quello del recupero di materiali lignei che abbiano gia avuto una funzione, che dunque possano portare in “dote” un precedente “vissuto”. E fin qui niente di nuovo sotto il sole. Vivian pero, a questa valenza che di per se sarebbe gia stimolante proprio in virtu dell’ampio spettro di possibilita creative che puo offrire ad un artista, vi aggiunge anche una componente iconico-spirituale, in cio ricollegandosi alla pratica delle sculture- simulacro tipiche dell’arte tribale, a tutte le latitudini. Da tutto cio ne risulta un composito universo di simboli e di referenti che assumono, appunto, valori “totemici”, cioe di “alberi della vita” in quanto elementi di collegamento tra cielo e terra. Oppure elementi sui quali, infine, Vivian va ad “innestare”,ma non come “corpi estranei”, frammenti di modernita, in forma di materiali tecnologici, alieni e opposti per “vissuto”, a quelli lignei e delineare un nuovo ordine di “memorie” che si sovrappongono le une alle altre: quelle antiche dei materiali, quelle attuali degli inserti e quelle dell’artista. Ecco, dunque, perche, come affermavo piu sopra, quei referenti cui spesso Vivian occhieggia, quand’anche siano espliciti, rimangono tali solo nella sfera puramente formale, in quanto il loro significato profondo, calato in questa nuova ricollocazione, ne esce completamente alterato, cioe “rimodulato” sulla contemporaneita, e in cio assume una valenza del tutto moderna che supera il proprio vissuto e lo colloca in un preciso contesto storicizzato. In sostanza Paolo Vivian opera nei meccanismi geologici della Memoria, proprio perche questa ha una struttura stratigrafica per la quale i ricordi piu vecchi sono via via coperti ed obnubilati da quelli piu recenti. Sono quelli che in Oriente chiamano i “veli di Maya”, Ecco allora che questi inserti, collocati sulle superfici di reperti gia pregni del loro vissuto, Quel grande scultore che fu Othmar Winkler mi disse un giorno che «l’arte e tutta sacra, anche quando pen-si che quello che fai non lo sia». E questo proprio perche Dr. Maurizio Scudiero |
Homo erectus P.V. |
Cromozoma Ho iniziato il progetto cromosoma dopo aver visto il lavoro di Michal Rovner alla biennale di Venezia del 2003. Nel padiglione d'Israele l'artista aveva delle installazioni video e una fra queste mi colpi particolarmente. Erano delle piccole figure, che si muovevano su un piano orizzontale all'interno di un cerchio, questo tondo luminoso ricordava la visuale di un microscopio. Compresi dopo che erano persone riprese dall'alto che andavano verso i forni crematori, fui colpito dai disegni che queste piccole figure formavano incrociando le traiettorie. Sembravano dei microrganismi che in un certo punto creavano una X simile al cromosoma. Vidi cosi il cromosoma del male nell'uomo e l'uomo come un virus per la terra... P.V. |
Memorie dello Spirito |
Sensazioni e colori Mi piace pensare che l’eroismo consista nel coraggio consapevole di spendere e apprezzare la vita nei modi in cui ci viene donata, per esserne dei protagonisti e non semplici spettatori, indifferenti o critici, o semplici fruitori di una neutrale sussistenza. |
“Vivian – animal” “Anima, Amore e Animali giungono alla mia psiche insieme, indistinguibili, un nodo che lega anima e bestia, desiderio e divinita, anima e animale ” C.G.Jung Nello splendore dei colori autunnali che preludono al letargo invernale, Paolo Vivian ritorna a sollecitare i cittadini della sua Pergine con “ animal ” , una raccolta di opere e sculture di grande fascino ed interesse sociale, dove l ’ invito forte dell ’ affermato artista locale e proprio un richiamo ad evitare il letargo dell ’ anima in un complesso contesto attuale dove ognuno fa fatica a ritrovare la bussola del vivere armonioso e dove forse il recuperare l ’ animalita del creato diventa oggi una risorsa molto preziosa se non una via obbligata. Sta proprio nella sensibilita di questo artista trentino la capacita di riportare ognuno di noi ad interrogarci seriamente - ma sempre attraverso la soffice lana di una pecora, il caldo piumaggio di un gufo o l ’ intensita dei colori lignei – sulla spiritualita della natura e sulla felicita, quale innocenza primaria, di abitare un ’ animalita diffusa dell ’ esistere, che tende sempre all ’ alto, quasi a contrastare il globalizzante disagio della civilta moderna, gia prefigurato e descritto nella pesante eredita del padre della psicanalisi, Sigmund Freud. Ma e piu nelle suggestive immagini archetipiche junghiane che Paolo Vivian ci accompagna e ci immerge totalmente quando orienta le proprie creazioni plasmando veri e propri totem o animali straordinariamente accattivanti e misteriosi, dentro i quali forme e colori ci riportano in una atmosfera primordiale dove l ’ animalita anima un intenso nascere e prendere forma di percezioni, sensazioni, vissuti, ricordi, fantasie ed emozioni, che danno vitalita e respiro alle umane funzioni trascendenti. Scossi dalle abituali cronache di un ’ animalita malata e talvolta impazzita, lasciamoci dunque abbandonare alle provocatorie quanto necessarie immagini dell ’ artista, che con “ animal ” compie una pregevole azione sociale di vera cultura, che ci aiuta a far fluire il cosmico nel personale e liberare il personale nel cosmico. Dr. Pierino Anesin, Psicologo e Psicoterapeuta. |
"Bottega d`artista" Paolo Vivian ha cominciato lavorando il legno trovato,i legno polihromi, pasando poi ad altri materiali (lavorati da soli o assieme) come il ferro, il marmo, le pietre, e ultimamente, il bronzo. È uno scultore polivalente, vale a dire che si muove con agilità ispirandosi alle forme più diverse, dislocate diacromicamente nella storia e nelle culture apparentemente più lontane: un artista onnivoro. Tuttavia, se vai a verificare nel concreto, non lasciandoti distrarre dal suo "randagismo", scoppi che ha dei precisi modelli di culto /Brancusi, Picasso/; ha precise predilezioni. Sopratutto due: il verticalismo e l`archeologia della memoria. Renzo Francescotti, critico d`arte |
“Fra Spirito e Memoria” Il progetto di Paolo Vivian “Fra Spirito e Memoria” riunisce momenti diversi dell'attività creativa di due anni. L'intreccio, i titoli delle opere, gli elementi di richiamo reciproco suggeriscono un ambito tematico, l'intersezione tra due storie: Alchimia ( Homo Erectus; Aurora dello Spirito; I Cinque Elementi) e Figure di memoria ( Black Structure; Bar-code; Archeo-logo). Approdo finale e ritorno al principio è la soluzione dell'Arcano fra gioco, contemplazione e onomatopea: Dindele Dondele Campanò. Paolo Zammatteo, il critico d`arte |
“Mitologia del legno” Il lavoro dell`artista è fatto, prevalentemente di riduzione. Togliere dalla materia, modificarla in modo che si arrivi ad un`essenzialità spuria in sintonia con la propria idea. Senza niente togliere alla concettualità che vuole imprimere al legno, partendo dalla storia arborea per arrivare a quella sociale e culturale. Fiorenzo Degasperi, il critico d`arte “Mitologia del legno”, monografia; Litodelta SAS, Scurelle (TN) , Italia, 2010, p.62 |
“Memoria & Materia” Paolo Vivian si muove compiaciuto tra legno, pietra e vari cromatismi, inventa forme che hanno della memoria il carico più vitale, non quello doloroso o nostalgico. Vogliono certo, totemicamente, conservare tracce, ma pretendono anche in senso ludico di illuminare il presente, soprattutto il presente. ”Memoria dei sensi è presente Così Giovanni Giudici, scomparso da poco, illumina il tipo di memoria che andiamo cercando per capire a fondo le “memorie colorate” di Vivian. Guardando le forme costruite dall’artista e in particolare quelle composte con “legno trovato” possiamo anche accennare al fatto che è il tempo perduto che illumina il presente e che come tale non è dunque mai perduto del tutto. prof. Mario Cossali, il critico d`arte “Memoria & Materia”, brochure, Comune di Villa Lagarina, Villa Lagarina (TN), Italia , 2011 |
“Cow Show” Il lavoro di Paolo Vivian è una considerazione sulle forme della natura e le loro corrispondenze materiali e figurative. In una radura in cui pascolano le mucche prima di raggiungere i luoghi dell’alpeggio, l’artista colloca alcuni massi di pietra. Le pietre naturali che attraversano la storia della terra sono per l’artista come le nuvole che si formano e si disfano, anch’esse possono assumere forme che ricordano le sembianze di animali reali o fantastici. Le pietre rappresentano la materia terrena e corrispondono alla natura, le nuvole sono la parte spirituale e immateriale, eterea. Con un intervento sulle pietre, attraverso il loro posizionamento e l’aggiunta dei pezzi in ferro, l’artista rende riconoscibili presenze che prima si confondevano e passavano inosservate, creando un ponte tra la leggerezza del cielo e il peso della terra. Francesca Piersanti, la curatrice |
“Bar Code” Normalmente il codice a barre è un insieme di elementi grafici a contrasto, leggibili da un sensore a scansione, che si riferiscono a determinati dati che rimandano ad un prodotto specifico. Nel lavoro dell’artista italiano Paolo Vivian intitolato “Bar Code” possiamo trovare svariati riferimenti e analogie . La sua opera è stata creata con pezzi di ferro che nel tempo si sono arrugginiti. La forma, il colore, la ruggine e la corrosione ricordano i tempi passati. Il codice a barre di Vivian è parte del suo interesse artistico nel campo della memoria collettiva sviluppato negli ultimi anni e fa parte di un ciclo di codici a barre, dove egli scopre nuove forme della memoria, le sue metamorfosi e i conseguenti rispecchiamenti nel comportamento umano. Questo lavoro di Vivian ha aspetti socio – politici ma il suo messaggio non ha un solo livello di comprensione. La sua cortina di ferro arrugginito è una matrice di memorie umane codificate, sensi e sogni. “Spesso noi chiudiamo le porte tra noi e il mondo senza ragioni, solamente per seguire modelli sociali e codici di comunicazione”, spiega Vivian. Lui gioca con le parole e ricerca un codice per la normalità. Le barriere codificate sforzano le relazioni umane. Gli spazi vuoti nella sua composizione e il cambiamento naturale del ferro sono un simbolo di speranza. La ruggine e la corrosione danno questa speranza. Noi siamo i prodotti dei nostri concetti e i nostri concetti sono prodotti della memoria collettiva. La corrosione può cambiare l’informazione e trasformare il codice in un decodificatore della barriera. |